25 ettari di proprietà, trattamenti specifici, una raccolta lenta e delicata nel mese di Settembre. L’estensione di vigneti dipinge un paesaggio armonico e di estrema unicità: l’uva Termarina ha grappoli dagli acini molto piccoli e senza vinaccioli e ogni vite accoglie almeno un grappolo con un acino grosso contenente i semi; la pregiatezza di un vitigno da cui si ottiene un vino definito dal grande cultore Luigi Veronelli: “una rarità enologica, un vero e proprio gioiello del territorio”.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale i grappoli troppo piccoli si rivelarono poco utili alle esigenze produttive della viticoltura di quel tempo e la produzione andò incontro a un declino. Nel 2000 il recupero della Termarina e la dedizione di Giorgio e Paola insieme al lungo e complesso lavoro di esperti, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Parma, il CRPV e ASTRA, hanno fatto rivivere quell’ eccellenza rimasta nascosta negli anni.