Dedicato ad Antonio e Lina, i miei suoceri o genitori adottivi
Luglio 1996, dopo sei anni di trattative, discussioni e liti (sono volate anche sedie), finalmente viene firmato il compromesso per l’acquisto della Madonnina, ma non è finita! E’ solo il venerdì 13 ottobre 1997 alle ore 17 che viene firmato il rogito e Giorgio ed io diventiamo proprietari.
Finalmente la Madonnina è nostra e siamo anche riusciti a mantenere il suo nome originale! Dopo tanto discutere e piangere. Nel frattempo è morto mio suocero distrutto da interminabili liti e “rimangiamenti”, non solo di parole, ma anche di firme. La Madonnina non è come l’avevamo pensata, ma non è importante, ora dobbiamo rimboccarci le maniche per farla rinascere. Primo obbiettivo sostituire tutti i vigneti obsoleti con nuovi impianti, risistemare tutta la terra … tutto per farla ritornare produttiva.
Quanto lavoro, ma quanta energia ci è stata data da questa terra che ci ha catturati e trasformati in contadini. Facendo tesoro degli insegnamenti di “Tonino” (Antonio), poco alla volta abbiamo trasformato i terreni come li vedete ora.
Nel 2000 non potevamo più aspettare e abbiamo dovuto rifare il tetto della vecchia stalla, da qui il lungo percorso verso l’agriturismo e il 14 aprile del 2005 nasce ufficialmente l’ “Agriturismo la Madonnina”. Nel 2007 iniziano gli scavi per recuperare la vecchia concimaia della stalla e nel 2008 la ritroviamo trasformata nella cantina d’ invecchiamento e stagionatura dei salumi.
Ma manca ancora la cantina.
Ed ecco che nel 2009 iniziano i lavori per avere finalmente un posto per trasformare le nostre uve in vino. Soprattutto la Termarina, vitigno molto particolare per il quale abbiamo tanto faticato per ottenere le certificazioni per la produzione. La parte superiore della cantina non è finita, ma…..vedremo!
Eccoci nel 2011, l’agriturismo il 14 aprile inizierà il suo settimo anno ed è stato visitato da ospiti da quasi tutto il mondo. Ho dedicato questo album di ricordi ai miei suoceri, che hanno creduto in me e mi hanno insegnato tutto quello che so sull’agricoltura, mi hanno trasmesso la passione per il vino, ma non solo, perché senza il sacrificio di “donna Lina” non sarei riuscita a terminare nemmeno la prima parte. Ora non ci sono più, ma mi auguro che in qualche modo possano vedere che l’azienda, che in vita avevano curato con tanta fatica e sognata come loro, è VIVA.